Gli effetti sul cervello della trascuratezza in età infantile

Manuela, penultima di 9 figli, dall’età di sei anni è cresciuta in orfanotrofio, e i genitori sono andati a trovarla solo un paio di volte; non tornava a casa neanche durante le feste natalizie.

Simone indossava sempre i vestiti del fratello e dei cugini maggiori, quasi mai i genitori gli compravano qualcosa di nuovo; in realtà non si curavano neanche di comprargli i libri scolastici e seguirlo nello studio, e ricorda con dolore di essere stato l’unico tra i fratelli a cui non sono stati curati i denti.

Martina ha perso il padre all’età di cinque anni e da allora è cresciuta con una madre così depressa da non essere pienamente in grado di prendersi cura di lei.

Federica è cresciuta con gli zii, perché i genitori non riuscivano ad occuparsi di lei né economicamente né emotivamente, ed hanno sempre pensato che tra i fratelli potesse essere quella che poteva cavarsela lontano da casa.

Claudio non ha ricordi infantili con i genitori che sono sempre stati molto impegnati con il lavoro, ma solo con la babysitter.

Cos’è che accomuna queste storie sebbene siano molto diverse tra loro? La trascuratezza e la deprivazione.

Si potrebbe pensare che i traumi per i bambini siano atti estremi e pericolosi come l’abuso fisico o sessuale, tuttavia la trascuratezza reiterata nel tempo può diventare un problema serio quando i genitori sono sopraffatti da altre necessità nelle loro vite, non sanno come essere di supporto, evitano di entrare in relazione col bambino o utilizzano l’abbandono o la deprivazione come forma di punizione.

Anche se questo tipo di trauma è più silenzioso e può passare quasi inosservato, i suoi effetti nel cervello di un bambino sono simili a quelli prodotti da traumi più scioccanti: paura, percezione di pericolo, sensazione di impotenza e disperazione, chiaramente con le dovute differenze a seconda delle esperienze e della soggettività del bambino stesso. La risposta di stress resta attiva nel tempo e si ha difficoltà ad elaborare in modo funzionale l’accaduto. Nei casi più gravi possono presentarsi anche risposte dissociative o reazioni  “fuga psicologica”, che possono essere le uniche alternative all’impossibilità di una fuga reale.

Un’eccessiva attivazione dei circuiti di risposta allo stress durante il periodo della crescita può avere effetti dannosi sullo sviluppo dei circuiti cerebrali, unito a problematiche comportamentali, cognitive e interpersonali, che possono essere gli unici segni visibili e tangibili della sofferenza.

Se sai di aver subito trascuratezza e deprivazione, oppure hai questa sensazione anche se non hai dei ricordi chiari, non dovresti sottovalutare ciò che hai vissuto, perché potrebbe essere la base delle difficoltà emotive, relazionali e comportamentali in età adulta

Talvolta alcuni ricordi rimangono “impliciti”, fissati nella memoria inconscia e corporea, ma non si è in grado di “riportarli alla mente”.

In tutti questi casi un percorso psicoterapeutico può aiutare nell’elaborare i ricordi di cui si ha consapevolezza e arrivare a capire ciò che è inconsapevole ma determina il proprio modo di agire disfunzionale.

Personalmente in questi casi utilizzo con successo una doppia metodologia: l’approccio psicoanalitico e l’EMDR.

Se pensi di aver vissuto qualcosa di simile a ciò che ho descritto, puoi chiedermi informazioni o richiedere un appuntamento attraverso il modulo presente sul sito, mandarmi una mail all’indirizzo flore.mga@gmail.com oppure chiamare o mandare un messaggio al numero 3283451863.

Maria Grazia Flore

Psicologa, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR

Riferimenti bibliografici

Baldwin M., Korn D. (2021), Ogni ricordo merita rispetto. EMDR, la terapia per guarire dal trauma, Edra, Milano.

Shapiro F. (2019), EMDR. Il manuale. Principi fondamentali, protocolli, procedure, Raffaello Cortina, Milano.

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